Non può esistere Venezia, per come la conosciamo oggi, senza il Ghetto e non esisterebbe il Ghetto senza Venezia. Questo progetto fotografico nella cifra stilistica del bianco e nero restituito nel colore dei dipinti di David Ariel, un pittore della Comunità ebraica Lubavitch di Venezia è 'un viaggio visivo' che attraversa l'unica città per raggiungere il suo ghetto partendo dalla stazione di arrivo. Il racconto fotografico, accompagnato da didascalie attente e profonde, restituisce spunti di vita della comunità ebraica cassidica, nei suoi attimi preziosi e intimi della quotidianità ebraica che vanno dal come s'indossa, un taled o un tefillin, sino allo studio e al confronto sui Sacri Testi nella beth ha tenesse, la gestualità tipica, il gioco nella piazza e i bambini del ghetto e infine ti fa partecipare a un matrimonio ebraico cassidico con la sua ricca simbologia e i suoi riti. Racconta inoltre degli ultimi personaggi 'storici' del ghetto e di altri momenti topici del luogo. Questo lavoro è stato prodotto nel viatico della speranza di rompere il pregiudizio e promuovere la cultura ebraica nelle sue varie forme.