A chi legge queste Confessioni vorrei suggerire di usare una speciale sostanza per fare emergere quel che c'è scritto tra le righe. Ci sono voluti lunghi anni per scriverle perché Fantasia è una creatura molto simile alla grande Poesia. Lei ti viene a trovare quando meno te l'aspetti e non bisogna forzarla: bisogna aspettare con pazienza ed essere pronti a fotografarla. È ciò che ho fatto in modo particolare con "Il mastino napoletano", "La bastarda", "Il ministro stronzo", "Il cardinale lombardo", "Il mostro", "Il prete", "Veronica" e "L'uomo superdotato". Per altri racconti la fantasia è stata un po' "inquinata" da qualche fatto realmente accaduto, ma spero di avere detto nell'insieme quello che i lettori esigono: leggere qualcosa di nuovo e che magari faccia un po' sorridere.