Fuoco degli occhi

Riferimento: 9788893801836

Editore: Aragno
Autore: Renda Marilena
Collana: Domani
In commercio dal: 01 Aprile 2022
Formato: Libro
EAN: 9788893801836
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Descrizione

Marilena Renda apre con una bella idea: seguire le tracce di alcune apparizioni di grandi artisti e pensatori in Sicilia, terra posta al confine tra vero e falso, tra natura e cultura, cioè tra corpo e acqua e tra oggetto e ombra dell'oggetto, dunque tra vivi e morti, in un'atmosfera eliotiana di tempo circolare, sempre tornante, senza inizio né fine. Il tempo è forse quello dell'infanzia e l'infanzia è la veduta di un'isola lontana, abbracciata da fuori con lo sguardo, isola nella quale ogni volta si torna a prendere fiato e, insieme, l'amaro della memoria. Isola-magnete e fuoco centrale della poesia di Renda, caproniana res amissa della biografia che zampilla parole: quando l'infanzia coincide col luogo geografico, la nostalgia e la sua eco narrativa sono doppie, spaziotemporali, sono «una conversazione antica» come quella col Cretto, perché «il dimenticato viene da ogni direzione» e non c'è scampo alla memoria - o a quella che crediamo sia la nostra memoria, che spesso trasfigura invece in invenzione, fata morgana o favola nera. Attraversando la terra prodiga e crudele delle madri, si raggiunge una zona di confine, bianca e sfumata di profezie e visioni e, ancora una volta, di metamorfosi: le mutazioni descritte dalle favole sono ora concrete e tridimensionali, cose vive che davvero si aggirano nelle zone radioattive del mondo, specie estinte che tornano a camminare. Tutto il libro di Renda sembra il ritorno dopo più di un'estinzione, come capita ai vivi. Fuoco degli occhi è resoconto, inventario di quello che regge quando un pezzo di strada è stato fatto, dopo che un terremoto è stato subito e gli occhi hanno visto, del mondo, tradimenti e pericoli, guadagnando una malinconia pacata, adulta, che lascia spazio alla vita, propria e altrui, che si osserva crescere «indisturbata»: vita così vicina e così lontana, se noi siamo capaci di lasciare «la presa sulle creature» e fare che la vita torni alla vita, al proprio micidiale, al proprio formidabile nutrimento. (Maria Grazia Calandrone)