Guerra è finita. Psicopatologia della guerra e sviluppo delle competenze mentali della pace (La)

Riferimento: 9791256260195

Editore: Edizioni La Meridiana
Autore: Miscioscia D. (cur.)
Collana: Premesse... per il cambiamento sociale
In commercio dal: 01 Luglio 2024
Pagine: 230 p., Libro in brossura
EAN: 9791256260195
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Descrizione

Le pagine di questo libro prendono in esame da un punto di vista psicoanalitico le radici affettive della guerra e le sue motivazioni profonde, ma anche l'importante cammino che il processo di civilizzazione è riuscito a fare nel corso degli ultimi secoli per eliminare questa folle pratica dalla mente dell'uomo. Le motivazioni e la cultura della guerra sono ancora forti e ben radicati nella mente dell'uomo. Da più di un secolo però stanno crescendo e si stanno rafforzando, soprattutto nell'area dei valori etici e nelle nuove generazioni, le competenze psicologiche della pace. Il cervello dell'uomo è di fatto interessato da un processo di trasformazione che lo adatta a una nuova economia affettiva che non prevede più la guerra come sistema di difesa e di piacere. Si tratta di un cambiamento storico e genetico inevitabile, i cui segnali esterni sono visibili nelle profonde mutazioni della nostra cultura. La violenza e la guerra, tuttavia, hanno radici profonde. Anche in questo secolo, dunque, dobbiamo rassegnarci alle sue terribili immagini di distruzione e sofferenza. Le reazioni indignate della maggioranza della popolazione mondiale allo scoppio delle guerre tra Russia e Ucraina e tra Israele e Hamas, tuttavia, mostrano come, rispetto al passato, la violenza folle dei conflitti armati abbia sempre meno spazio tra gli ideali condivisi dagli esseri umani. Com'è evidenziato nelle pagine di questo libro, il processo psicologico che si è messo in movimento inconsapevolmente soprattutto in Occidente va nella direzione di una maggiore integrazione a livello inconscio tra le diverse parti del Sé. Per realizzare pienamente il modello interno pacifista che lo psicoanalista Franco Fornari negli anni Ottanta aveva definito come Democrazia affettiva, tuttavia, è necessario avere una rotta precisa verso cui indirizzare la nostra cultura. L'obiettivo di questo libro, dunque, è quello di definire più chiaramente questa bussola interiore non ideologica che può guidare chi ama la pace.