Centenario di Ugo Guidi (Il)

Riferimento: 9791259560957

Editore: Persiani
Autore: Pellegrini L. (cur.), Buldrini B. (cur.)
Collana: ARTE
In commercio dal: 28 Aprile 2023
Pagine: 148 p., Libro in brossura
EAN: 9791259560957
25,00 €
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Descrizione

Questo catalogo a colori di grande formato ripercorre l'attività dell'artista Ugo Guidi (Comacchio 1923 - Bologna 2007) attraverso una selezione di 100 opere tra le più significative della sua prolifica carriera. Grazie al lavoro dei curatori Barbara Buldrini e Loris Pellegrini (sorto in occasione del Centenario dalla nascita di Guidi, e della mostra Il Centenario di Ugo Guidi, Comacchio aprile 2023-giugno 2023) potremo ripercorrere l'arco di un'intera vita artistica: dai paesaggi alle sculture, passando per le nature morte e i ritratti e approdando ai famosi nudi. Il volume esplora la poliedricità di Guidi, artista completo, e la molteplicità delle sue tecniche; ne seguiamo la formazione, da Comacchio all'incontro-adozione con Bologna e il fertile terreno dell'Accademia di Belle Arti. In bilico tra la classicità delle prime pitture e la modernità dell'attività grafica, dipingere fu per Guidi un'irrinunciabile via di fuga, un mestiere e una seconda natura che per tempo fu restio a condividere se non con pochi eletti e amici di famiglia. «[...] per lui la pittura è vita. La foga, l'entusiasmo, l'ansia con cui ne parla rivelano tutta la passione che nutre per il suo lavoro», scrive Anna Baldi. All'interno del catalogo, insieme alle concordanti opinioni di personalità e critici, si trovano i racconti di coloro che ebbero l'onore di gettare uno sguardo più intimo nei suoi atelier. Accompagna le immagini un'indagine bibliografica alla ricerca dei grandi nomi che, in un modo o nell'altro, hanno plasmato e ispirato la sua copiosa produzione: dagli insegnanti che lo aiutarono ad affinare le sue tecniche, quali Giovanni Romagnoli per la pittura e Cleto Tomba per la scultura, alle influenze delle pennellate pungenti del maestro ferrarese Giovanni Boldini, fino agli artisti post impressionisti, del cui testamento figurativo si fece erede, ultimi portavoce di una pittura che «è solo pittura».